Una mattinata intensa alla Camera per la nascita della Fondazione Giulia Cecchettin.
Non finiremo mai di far sentire la nostra vicinanza e di ringraziare la famiglia di Giulia Cecchettin, il padre Gino, la sorella Elena e il fratello Davide per l’impegno che si sono assunti, per aver trasformato il loro dolore in un’occasione di cambiamento.
Un anno fa il femminicidio di Giulia è stato uno spartiacque nella coscienza pubblica. Oggi la nascita della Fondazione, che sarà impegnata a trasmettere il messaggio di amore di Giulia, arricchisce la nostra società di una protagonista importante, che porterà nelle scuole sensibilizzazione e cultura del consenso.
Per prevenire la violenza maschile contro le donne serve sconfiggere la cultura che la produce, anche attraverso progetti scolastici di educazione all’affettività, per superare il dominio maschile che ancora segna le relazioni tra uomini e donne, la difficoltà degli uomini a convivere con la libertà delle donne. La violenza maschile contro le donne è un dato strutturale, come ci insegna la Convenzione di Istanbul, ed ogni giorno bisogna impegnarsi per sconfiggere la cultura patriarcale e sessista che la produce.
Da oggi siamo più forti in questo impegno, benvenuta Fondazione Cecchettin.
Peccato per le parole del ministro Valditara, fuori sintonia, che in un contesto come quello, ha provato a spiegarci che il patriarcato è finito e che ci sono più abusi per via degli immigrati irregolari. Un intervento stonato in una cerimonia importante ed emozionante.
La prova provata che c’è bisogno di una rivoluzione culturale.