Questi sono temi che meriterebbero un dibattito mite, rispettoso delle diverse posizioni e delle vite concrete: sull’inizio della vita bisognerebbe parlarsi e non fronteggiarsi. Oggi diverse possibilità sono aperte, per tecniche o pratiche e invece in Aula la destra ha fatto riferimento ancora una volta a un biologismo esasperato che rende mute le relazioni, le pratiche sociali che portano alla vita. La destra ha voluto solo piantare una bandierina ideologica che chiudesse ogni possibile discussione anche sul riconoscimento dei diritti dei bambini nati con Gpa e in particolare di quelli delle coppie omogenitoriali. Questo ddl è l’ennesima arma di distrazione massa, rispetto ai problemi del paese, un provvedimento che fa una scelta ideologica strumentale e gravemente incostituzionale.
Il vero scopo di questa legge è mortificare le scelte procreative legittime delle persone, criminalizzare chi ricorre alla Gpa e anche i figli, con un furore ideologico e simbolico pericoloso per la democrazia. C’è infatti da chiedersi dove ci porterà l’estensione del diritto penale e considerare qualunque condotta punibile anche all’estero. Il fantasma della Gpa si aggira ogni qualvolta si discute dei diritti delle bambine e dei bambini nati con questa pratica: si torna alla discriminazione sulla base del modo di venire al mondo. Il quesito sulla nascita è invece irricevibile se diventa ostativo ai diritti dei nuovi nati. Il risultato sarà famiglie italiane esposte al diritto penale, a processi, sanzioni e angoscia. Questo riguarda tutti noi, l’idea di democrazia e di diritto che vogliamo costruire. Contrastare lo sfruttamento della maternità surrogata è un atto dovuto ma è grave criminalizzare la consapevole libera scelta delle donne nella costruzione della propria autodeterminazione.