Nel mio intervento in aula, per la dichiarazione di voto in relazione alle norme per la salvaguardia del patrimoni culturale immateriale ho detto che è necessario spostare l’attenzione dalla tutela dell’oggetto culturale, ovvero manifestazioni, eventi, scadenze, al soggetto, cioè le pratiche e le persone.
Non si può infatti tutelare il patrimonio culturale immateriale, che in Italia è amplissimo, senza coinvolgere il popolo, senza la cittadinanza attiva. E’ per questo che come Pd abbiamo votato sì al ddl sulle rievocazioni storiche proveniente dalla Camera, ma con l’impegno che i decreti attuativi di questa legge delega siano scritti a partire dalle comunità che generano il patrimonio culturale immateriale.
Questo ddl, infatti, nasce da due diversi ddl, uno sulle rievocazioni storiche, tema sul quale si poteva intervenire per decreto ministeriale e un ddl delega per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che invece meritava una legge a sé. Il patrimonio culturale immateriale non è costituito solo da eventi, scadenze, feste e riti, ma anche dai saperi, dalle tecniche e dall’espressività, frutto di tradizioni familiari, sociali, lavorative ed emerge attraverso il lavoro di ricerca e il rapporto di alleanza tra ricercatori e attori sociali. La costruzione del patrimonio immateriale è insomma qualcosa di vivo, rischiamo con una legge di disciplinare quando invece è necessaria una tutela dinamica delle differenze culturali come presupposto del dialogo interculturale e del rispetto reciproco. E’ necessario un salto culturale non ancora compiuto attraverso una legge organica. Su questo la legge che approviamo è contraddittoria con le politiche della destra visto, per esempio, che hanno penalizzato i finanziamenti per i piccoli musei, intorno ai quali si coagulano spesso le comunità che esprimono patrimonio culturale immateriale. Siamo inoltre contrari all’articolo 8 che modifica la legge sulla detenzione delle armi storiche.
Vedi il video dell’intervento in aula: