“Io sono la portavoce della conferenza delle donne democratiche, che è un luogo autonomo delle donne alla quale si può aderire anche senza essere iscritte al Pd. È un luogo di proposte dove abbiamo già lavorato e imposto il tema della parità del genere nel Pnrr, che è diventato uno dei tre obiettivi trasversali. Ora abbiamo una serie proposte, costruite anche insieme alle ‘Agorà democratiche’: per prima cosa grande piano straordinario per l’occupazione femminile”. Lo ha detto, nel corso di un’intervista con l’agenzia di stampa Dire, Cecilia D’Elia, capolista al Senato per il Partito Democratico nel collegio plurinominale Lazio 1 che comprende i territori di Roma, Ciampino e Fiumicino.
“Noi siamo stati quelli che hanno voluto la clausola per l’occupazione giovanile e femminile nel Pnrr e siamo il Paese con il più basso tasso di occupazione femminile- ha ricordato D’Elia- Questo blocca lo sviluppo del Paese, è un dato strutturale. Bisogna mettere in campo politiche complesse di sostegno all’occupazione e condivisione al lavoro di cura. I congedi paritari sono la nostra proposta, come fatto in Finlandia. Siamo arrivati faticosamente a 10 giorni di congedo di paternità. La nostra proposta è che questi 10 giorni diventino strutturali e si possano prendere anche nella pubblica amministrazione visto che oggi sono previsti solo nel lavoro privato. Tra l’altro oggi solo la metà dei padri che ne può usufruire li utilizza. Questa è la spia di una cultura che in questo Paese affida i figli alle sole madri”.
“Sono temi- ha concluso la candidata Dem- che dentro questa campagna elettorale hanno una loro centralità. La proposta delle destre al contrario guarda all’Ungheria, Salvini l’ha praticamente detto, cioè un sostegno donne a fare figli e stare a casa. Ed è molto significativo che nel programma di FdI e della coalizione non c’è un capitolo per le donne”.
SLOGAN DESTRA ‘DIO, PATRIA E FAMIGLIA’ È SESSISTA
“La destra governa già in questo Paese. La conosciamo. Ci sono governi come quelli dell’Umbria e delle Marche dove la destra governa e boicotta le legge sull’aborto- spiega D’Elia- usando solo la prima parte per colpevolizzare le donne che interrompono la gravidanza. Inoltre non applica le linee guida nazionali sull’aborto farmacologico, e questa cosa è successa anche nel periodo del covid e del distanziamento, quando boicottarlo era una cosa inconcepibile. La destra si comporta così anche nel resto del mondo: dall’ultima zampata di Trump negli Stati Uniti (un riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale contro il diritto di aborto, Ndr), alla Polonia e all’Ungheria che hanno messo in discussione anche la convenzione di Istambul sulla violenza contro le donne, qui votata all’unanimità, e anche il divorzio. Dietro lo slogan ‘Dio, patria e famiglia’ c’è un’idea fortemente autoritaria e molto sessista nelle relazioni tra uomo e donna”.
CHI SCEGLIE TERZO POLO REGALA VOTI ALLA DESTRA
“La legge elettorale attuale è bruttissima. Consente poca scelta ai cittadini perché non c’è nemmeno il voto disgiunto. Si vota una lista e automaticamente il voto va anche alla persona che si presenta all’uninominale. Non si può decidere di votare la persona nel collegio e poi un altro partito, perché così si annulla il voto. Così, legati al voto proporzionale, ci sono anche un terzo di collegi uninominali che vengono assegnati con un voto in più. Chi può competere con la destra unita se non il Pd e i suoi alleati? Questa è matematica. Chi vota Terzo polo o un quarto polo regala un collegio alla destra. Dal punto di vista politico- ha poi aggiunto D’Elia- penso che l’alternativa di programmi e visioni si gioca solo tra quelle del fronte democratico e progressista e quelle della destra”.
SPERO CANDIDATO DONNA, MA PRIMA PROGRAMMA DI CONTINUITÀ
D’Elia ha spiegato che “il tema per le prossime elezioni regionali è quello della coalizione e del programma. Il nome” del candidato alla presidenza “verrà dopo. Una donna? Magari, anche se le donne hanno nomi e cognomi. E non tutte le donne sono dalla parte delle donne. Dieci anni di Zingaretti hanno cambiato profondamente il Lazio- ha spiegato D’Elia- Una Regione che su molte cose è all’avanguardia, dal cinema alla cultura fino alla parità di genere. Era una Regione fanalino di coda e nemica delle donne che poi ha fatto per prima la legge sulla parità salariale e molte cose contro le violenze di genere. Il tema è quindi la continuità e l’innovazione rispetto a questi temi. L’eccessiva personalizzazione sul nome non aiuta a capire il perché di quella persona quando la sceglieremo. Quella persona dovrà incarnare la coalizione che porterà avanti il progetto”.
SARÒ SENATRICE A SERVIZIO CITTÀ, A PARTIRE DA RIFORMA POTERI
“Io sarò una senatrice a sostegno del futuro di Roma. Il mio impegno per questa città va avanti da quando ero un amministratrice alla Provincia di Roma, alla Regione Lazio e ancor prima nella giunta Veltroni. Questa città- ha aggiunto- ha bisogno, e abbiamo provato a farlo alla Camera, di una legge per Roma Capitale che dia davvero risorse e poteri alla città, per poter svolgere degnamente le sue funzioni. Non abbiamo fatto in tempo per la caduta della legislatura a chiudere l’iter di questa legge. Ma questa è la prima cosa da rimettere a cantiere nella nuova legislatura”. “C’è poi il tema del compimento del Pnrr con i progetti che riguardano Roma- ha concluso a partire da un grande investimento sulla cultura e dalle grandi sfide del Giubileo e dell’Expo 2030. Entrambe sono sfide che riguardano i trasporti e i servizi che possono davvero cambiare il volto della città. Ed infine penso ad un altro tema dell’Expo, illustrato anche dalla bellissima lettera a sostegno scritta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ovvero il rapporto tra persone e territori e come questo possa cambiare l’area di Tor Vergata attraverso investimenti a servizio della transizione ecologica”.