Una delle più grandi disuguaglianze di genere riguarda l’uso del tempo. Le donne dedicano il 75% del loro tempo di lavoro quotidiano al lavoro non retribuito. Di contro il tempo principale degli uomini è quello per il lavoro retribuito. Ma la vera differenza è nel tempo per sé, gli uomini ce l’hanno, le donne no.
Ecco perché non ci basta più sentir parlare di conciliazione dei tempi di vita, come se fosse un problema delle donne che lavorano, costrette in questo Paese a far le equilibriste o peggio a rinunciare al lavoro.
L’uso del tempo è una questione politica, di organizzazione del lavoro, delle città e della vita delle persone. Non un problema personale di qualcuna di noi, che si è messa in testa di voler lavorare senza rinunciare ai propri progetti di vita familiare e sociale.
Un nuovo equilibrio dei tempi di vita e di lavoro, ecco la questione politica, che significa maggiore condivisione tra donne e uomini, ma anche portare fuori dall’ambito domestico il lavoro di cura, migliorare la vita delle persone nelle diverse età della vita.
Da domani, sabato 13 agosto, grazie all’impegno del ministro Andrea Orlando, sarà finalmente operativa la direttiva #UE sull’equilibrio tra tempi di vita familiare e lavorativa.
Un tema fondamentale per una migliore qualità della vita di tutte e tutti, non solo delle donne.
Ecco cosa succede da domani:
Entra a regime, finalmente anche nella pubblica amministrazione, il congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni lavorativi nel periodo dai 2 mesi precedenti ai 5 mesi successivi alla nascita. È un diritto del padre lavoratore, autonomo e distinto da quello della madre.
Aumenta da 10 a 11 mesi la durata complessiva del congedo obbligatorio per il padre unico genitore. Aumenta da 6 a 12 anni l’età del bambino entro cui poter usufruire del congedo parentale indennizzato.
Viene esteso il diritto all’indennità di maternità per le lavoratrici autonome e le libere professioniste, anche per il periodo di astensione anticipata per gravidanza a rischio.
Tutti i datori di lavoro devono dare la precedenza alle richieste di “lavoro agile” dei dipendenti e dei “caregiver” con figli fino a 12 anni di età o disabili.
Muoviamo finalmente alcuni passi importanti, tanti altri ne vogliamo fare verso una genitorialità equamente condivisa e un uso paritario del tempo:
Prevedere anche per i padri il congedo di paternità obbligatorio di 5 mesi.
Prevedere 12 mesi complessivi di congedo parentale, ripartiti nel modo più equo possibile fra madre e padre, ovvero massimo 6 mesi ciascuno, con un aumento dell’indennità.
Prevedere part time e smart working condiviso.
Anche di questo si decide il 25 settembre.
Per un paese più giusto e più forte, perché paritario.