L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per non aver saputo proteggere una donna dall’ex marito violento, denunciato ben 7 volte. Condannata per inazione. Quanto successo dovrebbe richiamare tutte e tutti a una seria riflessione sulla violenza maschile contro le donne. Assistiamo, non da oggi, a una vera e propria strage di donne, troppo spesso morti annunciate, precedute da gravi maltrattamenti, femminicidi che si potevano prevenire.
Va bene lavorare a nuove norme, come faremo con il progetto di legge di iniziativa del governo, promosso dalle ministre, che rafforza la tutela delle donne che subiscono violenza.
Ma rimane grande la necessità di cambiare la cultura del Paese, in particolare quella di chi deve applicare quelle norme. Sono stati fatti passi avanti, ma come è evidente non bastano.
Ci vuole una grande assunzione di responsabilità, un cambiamento profondo delle modalità con cui si interviene a sostegno e protezione delle donne che subiscono violenza e maltrattamenti. Bisogna dare ascolto e prendere sul serio le donne che denunciano.
C’è bisogno di una trasformazione civile e morale che abbia al centro la libertà delle donne.