Seguiamo con grande preoccupazione le notizie che giungono dall’Afghanistan. Ci preoccupa la sorte della popolazione, in particolare delle donne e delle minoranze invise al regime integralista che si va istituendo.
Non possiamo girarci dall’altro lato, la fine della presenza militare non può significare la fine di qualsiasi presenza e l’abbandono totale della popolazione.
In queste ore si moltiplicano gli appelli e le prese di posizione della società civile italiana, delle associazioni di donne. Siamo con loro, preoccupate del destino di dominio che potrebbe attendere tante donne e bambine in balia dei talebani.
Bisogna garantire protezione internazionale ai cittadini e alle cittadine afghane. Chiediamo che l’Italia e l’Europa si impegnino subito per una politica di corridoi umanitari nei confronti dei rifugiati provenienti dall’Afghanistan. L’Europa e l’occidente dopo aver ritirato i contingenti NATO hanno il dovere di accogliere immediatamente chi scappa dai talebani, in particolare donne single o donne sole con bambini, persone LGBT+, giornalisti, insegnanti, studenti, operatori sanitari, tutti coloro che potrebbero subire ritorsioni da parte dei talebani, per il loro impegno a favore dei diritti umani della popolazione civile.
Bisogna farlo adesso, prima che sia troppo tardi, oggi è il momento del soccorso immediato diretto e rapido.