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I sentimenti del divorzio

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pubblicato su femministerie

All’inizio pensavo che Divorzio fosse un signore. Uno che aveva detto ai miei genitori di vivere in case separate. Addirittura in città separate. Mio padre rimase a Bologna e noi “tornammo” nella città dei miei, Potenza. Ma io non ci avevo mai vissuto, c’ero solo nata per scelta e comodità di mia madre.

Dunque Divorzio nella mia vita stava cambiando tutto e sinceramente non avevo in gran simpatia quel signore. Si sa, le bambine e i bambini sono abitudinari. Ma iniziò una nuova vita e non ci pensai più molto. Anche se diversi eravamo diversi, ed esserlo in una piccola città del mezzogiorno all’epoca era davvero difficile.

Ci ho messo un po’ a capire che quella dei miei era stata una scelta. Il tempo di un referendum. Quando il dibattito arrivò ovunque, anche sui muri dei paesi lucani, e chiesi a mia madre come mai intendeva difendere quel signore che ci aveva fatto trasferire.

Mi spiegò e mi venne naturale stare dalla parte dei miei genitori. Nonostante il mio amato maestro, che tanto adoravo e da cui tanto ero adorata ne parlasse male, iniziai a difendere il divorzio. Credo che quella – alle elementari – fu la mia prima campagna refenderaria. Difendevo i miei affetti, la mia famiglia diversa, mia mamma femminista, mio padre bello e lontano. Eravamo nel verso giusto della storia, me lo sentivo. Mia madre lo era. E anche quel signore buono che parlava con accento sardo e aveva fatto l’appello per il No. E anche Proietti, con il suo spot. Quelli simpatici e moderni votavano No, gli altri erano bigotti e non capivano l’amore. Perché in fondo di questo si trattava, di mettere al primo posto i sentimenti.

L’ho capito da adulta, riguardando le date, che i miei si erano separati prima che ci fosse la legge. Fu davvero uno scandalo, di quelli che si usavano una volta.

Ma arrivò la legge, che non solo negava l’indissolubilità del matrimonio, ma anche la subordinazione della donna, anticipando quella grande riforma del 1975 che sarà il nuovo diritto di famiglia. Ecco perché mamma e papà avevano così festeggiato il signor Divorzio.

Ci sono riforme che sciolgono nodi esistenziali nella vita delle persone, così che questa possa continuare, in meglio.

E’ successo alla mia famiglia, non si è spezzata, anche se ferite ci sono state, ma si è allargata. Sono arrivati nuovi fratelli e sorelle. E matrigne e patrigni, ma perché non c’è una parola per questi padri e queste madri acquisite? O forse non l’ho mai imparata?

E in tutta Italia vennero altre famiglie. E vissero tutte e tutti più liberi, anche di permettersi di sbagliare nel cercare l’amore.

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