Ieri sera sono andata ad un incontro nella biblioteca di Campagnano romano organizzato dalla Libreria Tuba di Roma. Ero con Viola Lo Moro e Graziella Priulla. Abbiamo parlato di libertà delle donne, sessismo, violenza, sessualità, desideri, clitoride, mercificazione, aborto.
Dal pubblico alcune sono intervenute a ricordare episodi che hanno segnato la loro vita. Chi da ragazza fu sconvolta dai fatti del Circeo. Chi, di origine meridionale, ha trovato nell’esempio di Franca Viola la determinazione ad essere libera.
Alla fine di questa intensa e piacevole chiaccherata mi si è avvicinata un’anziana signora, capelli bianchi e bastone, che aveva seguito tutto il dibattito seduta in prima fila. Si è complimentata per come eravamo state brave, capaci di parlar chiaro e preparate. E poi mi ha confessato che le piacerebbe poter nascere di nuovo. Ho il rammarico di non aver trovato le parole giuste, di fronte al rimpianto di una donna per una libertà forse scoperta troppo tardi, o una sessualità non vissuta pienamente, o studi che non ha potuto proseguire. Non sono stata capace di chiederglielo.
Mi sono svegliata con questo pensiero e con la sensazione di aver goduto del privilegio di esser nata dopo. Come scriveva Mariella Gramaglia nell’introduzione a Nina e i diritti delle donne: “Lo sai che a me ha dato un grande sollievo sapere che altre mi hanno preceduta e si son battute anche per me? Che non dovevo inventare la ruota? Almeno da questo punto di vista nessuna ragazza è nullatenente: tutte hanno un patrimonio da scoprire ed ereditare”
E, anche se spesso non le sopporto, ho ripensato con gratidudine a mia madre e alle diverse “madri simboliche” che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita. E alle foto che tramite fb mi sono state restituite in questi giorni: la ragazze del mio primo collettivo al liceo di Potenza, la redazione di Sofia. E alle compagne d’avventura di Femministerie. Chiudo la settimana dell’otto marzo, che per me è sempre piena di incontri e di emozioni, con questo senso di gratidudine e di felicità, anche perchè, nonostante il freddo mattutino, a Roma c’è già aria di primavera.