Non mi sento equidistante tra i due candidati sindaco che hanno passato il primo turno e non sono indifferente alla sfida che è aperta in città sulla futura amministrazione. A Roma vivo, ne va della qualità della mia vita, oltre che del futuro di questa straordinaria città.
Mesi fa mi è capitato di sostenere che ritenevo un errore, anche a Roma, rinunciare a costruire coalizioni per il governo locale che rinnovassero l’esperienza migliore del centrosinistra, dopo Mafia Capitale. Continuo a pensare che l’anomalia di tanti governi locali rispetto al quadro nazionale aiuti la costruzione di un’alternativa al partito della nazione, sia utile per quelle comunità e per praticare nei territori politiche più avanzate. Ma le scelte sono state altre ed io ho sostenuto al primo turno Sinistra per Roma, volendo contribuire a rafforzare la presenza della sinistra in città.
Adesso siamo al ballottaggio. Al secondo turno non c’è spazio per scelte di bandiera, ma si vota chi è meno lontano dalle tue posizioni, dalla tua cultura, dalla tua idea di città, tra le due opzioni in campo. Credo si scelga sui contenuti programmatici, così come sulle pratiche e sul modo di intendere la politica. Potrei citare la risposta data da Roberto Giachetti alle questioni poste dalla sinistra, l’impegno sul Baobab e sulle politiche di accoglienza per i profughi, o quello per scongiurare la chiusura dei centri antiviolenza, punto per me essenziale.
Ma voterò Roberto Giachetti anche perchè, pur senza l’apporto della sinistra, la coalizione che lo sostiene, anche grazie alla integrità, autonomia e libertà di giudizio del candidato sindaco, garantisce una disponibilità al confronto che il Movimento Cinque stelle non offre.